"Avvolti da suggestive atmosfere, viviamo verdi emozioni"
Il
biglietto da visita di Silvia Goldoni anticipa le sensazioni che si
provano varcando quel piccolo mondo fiabesco che la giovane designer si è
creata in Ripa di Porta Ticinese al 61. "Aromatics",
nome non direttamente associabile ai fiori, è il suo studio negozio.
Silvia assieme alla madre Bianca Bianchi, ha voluto mettere in campo la
propria esperienza per creare piccoli eden anche in formato
appartamento. Progetti "su misura" che spaziano dal centrotavola al
terrazzo o il giardino. Un
sarto della natura che per le sue creazioni si limita ad utilizzare
soltanto quello che quest'ultima ha da offrire. Niente ori e perline,
niente vernici e luccichii. Le composizioni firmate "Aromatics" nascono
dall'associazione di pane ed iris, asparagi e rose o cetrioli e gigli.
Flower designer quindi, non solo fiorista. Sposata con un analista
informatico, Silvia porta un po' di verde anche in rete.
Dice
di sé: I miei periodi preferiti dell'anno sono l'estate e i mesi
freddi. La primavera sarebbe scontata per chi fa il mio mestiere,
l'autunno è troppo disordinato per tutte le foglie che cadono.
Dell'estate amo i colori caldi. Dicembre? adoro i "giardini d'inverno".
"Nelle nostre creazioni utilizziamo solo elementi che offre madre natura. Per Natale abbiamo fatto centritavola di corteccia, eriche e muschio del bosco."
"Perchè
Aromatics? Abbiamo voluto scegliere un nome che non riconducesse subito
ai fiori. Gli aromi non si percepiscono per forza solo con il gusto."
Emozioni Verdi
Sono
quelle che Silvia Goldoni vuole trasmettere nel suo "regno" floreale in
riva al Naviglio. Giovane architetto, allieva anche di Alberico
Belgioioso, scopre presto il suo pollice verde.
Dove è nata la sua vocazione?
"La scintilla è scoccata durante un viaggio in Australia. A Sydney sono
entrata in uno studio che progettava terrazzi e giardini e ho pensato
che sarebbe stato fantastico fare una cosa simile da noi. poi ho anche
incontrato la passione di mia madre, una vera e propria flower designer.
Assieme abbiamo voluto realizzare questo sogno".
E la gente come ha reagito a questo nuovo modo di lavorare con i fiori? "Alcune
persone entrano nel negozio e si meravigliano di come un architetto si
sia potuto trasformare in fiorista. E' solo una questione di mentalità
penso. Cambierà anche da noi, del resto in molti paesi la decorazione
floreale fa parte della cultura".
In che senso? "Basta
guardare i balconi. Qui sono pochi ad allestirli con fiori e piante. Se
lei va in Germania o Svizzera non c'è finestra che esponga almeno un
geranio. In questo modo i palazzi aiutano ad arredare la città".
Per le sue composizioni lei utilizza soltanto quello che offre la natura?
"Tutto
quello che uso viene raccolto nei boschi sulle sponde del Lago
Maggiore. Il resto proviene dal fruttivendolo o dal verduraio. Poi ci
sono ovviamente i fiori, i veri protagonisti".
I suo preferito? "La
rosa. In parte perché sono nata in maggio, poi è un fiore magnifico.
Però quella da giardino. Le vendo, anche se in molti non riescono ad
apprezzarle".
Come mai? "Perché la gente preferisce quelle perfette di allevamento. Queste però hanno un profumo inimitabile".
Parlando invece di progetti più grandi. Di quelli che lei ha fatto, quale le è rimasto più nel cuore? "Di
sicuro un giardino realizzato per un palazzo di via Bellario. E' molto
particolare: sono 250 metri quadri suddivisi come se fosse un
appartamento. Ogni
angolo rappresenta qualcosa di diverso, come la ghiaia rosa
nell'ingresso e un ulivo che, con un particolare gioco di luci, sembra
innevato tutto l'anno".
I progetti che verranno invece? "Ovviamente mi piacerebbe aprire studi Aromatics
in tutto il mondo. Da un po' sto pensando di lavorare con gli Emirati
Arabi, in particolare a Dubai. Lì hanno una passione sfrenata per i
fiori, nonostante la tanta sabbia nel deserto.
La moderna esportazione dei "giardini italiani". "In
un certo senso sì. Il design italiano è apprezzatissimo, anche lì. E
poi è sicuramente una sfida. Dimenticavo però il mio più grande sogno
nel cassetto".
Che sarebbe? "Vorrei
aprire un ristorante. Lo chef dovrà cucinare usando i fiori. Poi al suo
interno verranno vendute anche le mie composizioni".
Suo marito si occupa di informatica, lei di fiori. C'è un punto di connessione tra le due cose? "Sicuramente,
anche in natura ci sono variabili matematiche. Nel realizzare le mie
composizioni tengo presente le leggi geometriche. Senza parlare poi
della realizzazione dei giardini veri e propri".
Evidentemente avete anche un progetto in comune. "Aspetto un bambino. Non so se è maschio o femmina, ma se è una bimba si chiamerà Viola".
"Vorrei
aprire un giorno un ristorante nel quale si possano ordinare piatti a
base di fiori. Nello stesso spazio vorrei vendere anche le nostre
composizioni"
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